Sesta tappa 2024:
Abbazia di Notre-Dame de Scourmont
Scourmont
Parola declinata: Acqua
Notre-Dame de Scourmont si trova in Belgio, è un’Abbazia dell’Ordine Cistercense
della Stretta Osservanza (trappista) e la sua costruzione risale alla seconda metà
del XIX secolo.
L’Abbazia è situata nel territorio di Forges, sette chilometri a sud della cittadina di Chimay. La sua edificazione è opera di una comunità di monaci trappisti, che la fondarono dietro iniziativa dell’abate Jourdain su una terra offerta dal principe Giuseppe de Chimay. Il priorato, risalente al 1850, fu elevato al rango di Abbazia nel 1871.
Fin dalla sua fondazione furono realizzati una fattoria, un caseificio e un birrificio, favorendo così lo sviluppo economico di tutta la zona. L’Abbazia di Scourmont è conosciuta proprio grazie alle sue birre e ai formaggi, tra cui il Poteaupré.
Oggi Chimay è tra le più rinomate birre trappiste, ha separato la produzione, operata scrupolosamente dai monaci, dall’imbottigliamento, realizzato da laici all’esterno dell’abbazia in un apposito stabilimento.
Il Gruppo Chimay impiega più di 250 persone. Inoltre, l’attività del gruppo nella regione è alla base di molti posti di lavoro indiretti, in particolare produttori di latte locale. Al di là di un’importante dimensione umana, Chimay si impegna anche nel rispetto del pianeta e delle sue risorse, il birrificio e il caseificio devolvono la maggior parte dei profitti all’assistenza sociale.
L’Abbazia di Scourmont – come anche quella di Orval – fa parte dell’Associazione Internazionale Trappista (AIT), che riunisce venti Abbazie trappiste in Europa e al di fuori del continente.
I monaci perseguono ancora oggi, in solitudine, una vita di preghiera e lavorano in solidarietà con la Chiesa e la popolazione locale.
Il 22 e 23 aprile 2024 il team di “In cammino” ha raggiunto due Abbazie trappiste belghe: Scourmont e Orval, sesto e settimo appuntamento di questo nostro viaggio alle radici spirituali dell’Europa. Un “pellegrinaggio” simbolico e culturale che ha declinato in entrambe le tappe la parola “Acqua”, dando vita a una intensa due-giorni di incontri, dibattiti e spettacolo.
La prima meta raggiunta è stata l’Abbazia di Notre-Dame de Scourmont, fondata a metà del 1800 nella regione della Vallonia, a pochi chilometri dal confine con la Francia. Una comunità monastica senz’altro nota per la sua birra, la Chimay, che prende il nome dalla cittadina su cui gravita il complesso di Scourmont. Una birra apprezzata e conosciuta sia in patria che all’estero, contraddistinta dal marchio ATP (Authentic Trappist Product), il cui rigido protocollo prevede che siano proprio i monaci a controllarne la produzione all’interno dell’Abbazia. E ancora oggi, la maggior parte dei 15 monaci che risiedono a Scourmont, dividono la propria giornata tra impegni spirituali, preghiera e lavoro, secondo il motto benedettino Ora et labora al quale si ispira anche l’Ordine Cistercense di Stretta Osservanza, ovvero i padri trappisti.
La giornata di lunedì 22 aprile ha preso il via alle 9 del mattino, con la visita all’Abbazia – la Chiesa è purtroppo in fase di ristrutturazione – e dell’annesso birrificio: guida d’eccezione in questo caso è stato Alessandro Bonin, Export Manager della Chimay.
La struttura aziendale occupa un’intera ala all’interno delle mura abbaziali, con ampi locali predisposti ad hoc e dedicati alla produzione della birra. Dai laboratori delle analisi, in cui si seleziona il lievito madre e si testano con cura gli ingredienti, tra cui l’acqua proveniente dalla fonte che attraversa i terreni dell’Abbazia, alle centrifughe e ai giganteschi silos di fermentazione e stoccaggio. Poiché è essenziale, per fregiarsi del logo di autentica birra trappista, che ogni fase della produzione avvenga in Abbazia seguendo la ricetta tradizionale e sotto la supervisione dei monaci, come ci ha spiegato Bonin: “La nostra birra viene prodotta qui passo dopo passo, mentre l’imbottigliamento si effettua in una moderna fabbrica situata a Baileux, una decina di chilometri dall’Abbazia, trasportandola ogni giorno in grandi autocisterne. Oggi tutto il Gruppo Chimay impiega più di 250 persone, oltre all’indotto che interessa soprattutto i produttori di latte locale, grazie alla nostra produzione di formaggi tipici, come il Poteaupré”.
Chimay è oggi il maggior birrificio del Belgio, con una produzione annua di 180.000 ettolitri e un export su più continenti, dall’Europa all’America.
Nel pomeriggio, alle ore 16, è iniziata la seconda parte della giornata con l’incontro tenutosi in una sala all’interno dell’Abbazia. Qui ha porto il suo saluto agli ospiti Padre Armand Veilleux, teologo e Abate di Scourmont dal 1998 al 2017 il quale, oltre ad aver fondato monasteri in Africa e Sud America, è stato più volte a Milano ai tempi del Cardinal Martini in qualità di Visitatore apostolico della comunità monastica di Viboldone.
“E’ sempre una gioia per noi monaci – ha dichiarato Dom Armand – accogliere pellegrini provenienti da un altro Paese. Perciò tutta la nostra comunità vi ringrazia per averci inseriti nel vostro itinerario”.
Ha poi preso la parola la Presidente Livia Pomodoro, che ha ringraziato Dom Armand per l’accoglienza e ha rivolto un saluto ai presenti e un ringraziamento all’Ambasciatrice d’Italia in Belgio S. E. Federica Favi, sottolineando l’importanza di “questo percorso, breve ma intenso, che ci ha condotti qui in Belgio in una sede così interessante e ricca di storia. Il tema dell’acqua, che animerà questi nostri incontri, non l’abbiamo scelto per caso: come voi sapete, il 22 marzo, esattamente un mese fa, è stata celebrata la giornata mondiale dell’acqua, un tema che significa anche pace, vita, uguaglianza e giustizia per tutto il pianeta e tutti gli uomini. Un messaggio molto importante e molto significativo, che portiamo in dono in questa Abbazia, per continuare a pellegrinare immaginando il futuro dell’Europa”.
E’ toccato quindi all’intervento di S. E. Federica Favi, che ha dichiarato: “Vi ringrazio per l’invito e ringrazio l’Abate e tutti voi per l’ospitalità… Il progetto della Presidente Pomodoro è davvero illuminante sotto tanti punti di vista, si inserisce nel percorso del Giubileo verso Roma ed è unico perché combina secondo me tre aspetti: il primo è la cultura, il secondo la spiritualità e il terzo aspetto sono i territori. La cultura è la chiave che apre le porte del dialogo, fondamentale per la pace. La spiritualità è ben rappresentata dalle Abbazie, ed essendo questo un progetto a tappe, naturalmente i territori sono elementi fondamentali, come notiamo qui a Chimay. I territori rappresentano le culle della civiltà e ci permettono di porre delle radici profonde, di continuare le tradizioni: e noi in Italia teniamo molto al territorio, come appunto fonte della nostra cultura. Territori che oggi non sono più soltanto tradizioni ma anche prospettiva verso il futuro, e questo lo vediamo con l’impegno sia del Belgio che dell’Italia nell’Unione Europea e di moltissimi altri Paesi rispetto alla transizione verde e alla tutela dell’ambiente. Celebrare l’acqua all’interno di tutto questo, credo sia l’intuizione più straordinaria, perché l’acqua è vita, è natura, è un ponte tra le civilizzazioni: e questo lo vediamo nel Mediterraneo, per esempio. Di per sé l’acqua è anche cultura. Perciò grazie e complimenti a tutti per avermi portato a Scourmont e Chimay con questo progetto straordinario”.
Anche Xavier Pirlot, Direttore generale di Bières et Fromages de Chimay, ha dato il suo benvenuto e ha spiegato riguardo al birrificio: “La brasserie è un’impresa che non solo abbraccia l’eccellenza a livello di produzione della birra, ma anche la responsabilità per quanto riguarda l’ambiente. Dalla sua fondazione nel 1862, il birrificio è cresciuto ed è diventato un marchio riconosciuto sia in Belgio che in Europa e, senza voler peccare di falsa modestia, nel mondo intero. I legami tra Italia e Belgio sono molteplici, è da cinquant’anni che Chimay esporta le proprie birre e l’Italia rappresenta il quarto mercato. Il birrificio è cosciente dell’impatto che ha sulla società sia in termini di impiego che di tutela della natura. Noi siamo sempre più impegnati a mettere in pratica dei comportamenti eco-sostenibili, nel rispetto dell’ambiente circostante e soprattutto dell’acqua, evitando gli sprechi e limitandone al massimo il consumo”.
Alla fine di questa prima parte dell’incontro pomeridiano, la Presidente Pomodoro ha consegnato a Dom Armand, in segno di ringraziamento, una copia del volume del Cardinal Carlo Maria Martini “Il lembo del mantello”.
Programma
Nell’Abbazia di Notre-Dame de Scourmont, situata nei pressi della cittadina di Chimay, lunedì 22 aprile 2024 alle ore 16 comincerà la nostra sesta tappa con la visita guidata all’interno del complesso monastico, famoso per la produzione della birra e di un formaggio – il Poteaupré – considerato uno dei migliori formaggi trappisti.
A termine della visita, ci sarà l’incontro sul riflesso della spiritualità nell’acqua, aperto da Livia Pomodoro che darà il benvenuto agli ospiti presenti, a cui farà seguito il saluto di S. E. Federica Favi, Ambasciatrice d’Italia a Bruxelles. Dopo i saluti di Xavier Pirlot, Direttore generale di Bières et Fromages de Chimay, e di Alessandro Bonin, Chimay Export Area Manager, ci sarà l’intervento del R. Padre Armand Veilleux,teologo, già Abate di Scourmont.
Alle 17.30, presso l’ Hȏtel de Ville – Grand’Place 1, Chimay – prenderà il via l’incontro “La forma dell’acqua” nei vissuti, nelle esperienze e nei mondi professionali di: Veronica Manfredi, Direttrice Zero Pollution and Green Cities nella Direzione GeneraleAmbiente della Commissione Europea; della poetessa, attrice e regista belga Laurence Vielle; del docente di storia e analisi del cinema Wouter Hessels.
Coordina il dibattito Michele Cercone, Direttore Aggiunto della Comunicazione del Comitato Europeo delle Regioni, affiancato da Tonino Bettanini, Direttoredi GIUBILEO 2025 – No’hma in Cammino, e Claudio Serafini, Direttore di Organic Cities Network Europe.
La giornata è proseguita, a partire dalle ore 17, nella sala di rappresentanza dell’Hȏtel de Ville di Chimay, dove ha preso il via il dibattito “La forma dell’acqua” coordinato da Michele Cercone, Direttore Aggiunto della Comunicazione del Comitato Europeo delle Regioni, e coadiuvato da Tonino Bettanini, Direttore GIUBILEO 2025 – No’hma in Cammino, e da Claudio Serafini, Direttore di Organic Cities Network Europe.
Il dibattito è stato aperto dal benvenuto del Sindaco di Chimay, Denis Danvoye, e dal saluto dell’Ambasciatrice Federica Favi, che ha ricordato l’impegno della Presidente Pomodoro per la cultura non solo in Italia ma a livello internazionale, impegno sottolineato anche da Michele Cercone, il quale ha poi messo in evidenza il tenore dei vari interventi dei relatori chiamati a dibattere sulla “forma dell’acqua”: da interventi istituzionali a inserimenti poetici, culturali e spirituali.
La parola è quindi passata a Laurence Vielle, pluripremiata poetessa, attrice e regista belga di lingua francese, che con le sue “Bottiglie in mare” ha creato un’atmosfera piena di sensazioni, un’atmosfera intensa e insieme sospesa e come di attesa, costruendo un recital poetico con protagonista l’acqua sotto tutte le sue forme, dal mare alla pioggia alle lacrime.
Veronica Manfredi, Direttrice di Zero Pollution and Green Cities nella Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, ha invece illustrato le linee guide dell’Europa verso l’obiettivo “zero pollution”, nella gestione della crisi climatica e nella tutela della biodiversità. Il Directorate Quality of Life è responsabile delle politiche chiave dell’UE per quanto riguarda l’aria pulita, attraverso il controllo delle emissioni industriali e la prevenzione degli incidenti industriali; e per quanto riguarda un’acqua pulita e ben gestita, attraverso la protezione di tutti gli ambienti marini e d’acqua dolce dell’Unione Europea, il riutilizzo dell’acqua, la prevenzione delle inondazioni, il rispetto di elevati standard sanitari per l’acqua potabile.
Lo scopo primario della UE con “Zero pollution” è la riduzione per il 2050 dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, portandolo a dei livelli non dannosi per la salute e gli ecosistemi naturali. Ciò si traduce in diversi obiettivi chiave per il 2030 volti ad accelerare la riduzione del rilascio di sostanze inquinanti alla fonte, tra cui il miglioramento dell’acqua e il 50% in meno di rifiuti di plastica in mare.
“L’acqua e il grande schermo” è stato l’argomento affrontato da Wouter Hessels, critico cinematografico, professore di storia e analisi del cinema. Un intervento che ha spaziato da Blade Runner, con la scena finale in cui le lacrime del replicante si confondono con la pioggia, al Neorealismo italiano con registi emblematici come Vittorio de Sica e ai maestri del cosiddetto cinema documentario, come Vittorio De Seta. Non è ovviamente mancato il riferimento alle pellicole visionarie di Fellini o al grande cinema d’autore francese.
Ariane Dewulf, Responsabile Qualità del Gruppo Chimay, ha parlato de “L’acqua, risorsa essenziale della Brasserie”, spiegando tra l’altro che per produrre un litro di birra si immette nell’atmosfera 1,06 chilogrammi di CO2, e che ogni bottiglietta di birra da 33 cl. è composta per il 90-95% d’acqua. Perciò la brasserie ha da anni avviato una gestione responsabile della risorsa idrica, oltre a usare imballaggi eco-sostenibili e promuovere progetti di piantumazione di nuovi alberi, sensibilizzando così la comunità e soprattutto le nuove generazioni.
Padre Armand Veilleux ha infine spiegato la storia di Scourmont e la filosofia di fondo che anima l’impegno imprenditoriale dei monaci. Una filosofia improntata sia al rispetto dell’ambiente e delle risorse impiegate, azzerando gli sprechi e utilizzando fonti di energia rinnovabile, eolica e bio-metano, sia all’investimento della maggior parte dei profitti in opere di solidarietà e assistenza. Infatti proprio accanto all’Abbazia di Scourmont, dove un tempo sorgeva l’azienda agricola Albatros-Poteaupré, ha preso corpo un centro residenziale all’avanguardia che, oltre ad avere 36 posti letto, può accogliere fino a 100 ospiti diurni ed offre sia corsi professionali che attività ricreative, culturali e sportive per adulti con disabilità.
Dopo una seconda performance della poetessa Laurence Vielle, Livia Pomodoro ha chiuso i lavori della giornata.
“Questo incontro – ha affermato la Presidente Pomodoro – ci ha dimostrato che dobbiamo rinnovare il nostro impegno per un mondo diverso e che l’acqua, con la sua naturale fluidità e la sua innata capacità di adattarsi, può davvero unire le persone e farle dialogare tra di loro. La sfida che abbiamo davanti e che non possiamo ignorare, è una sfida pesante e globale, non solo europea. Perciò abbiamo bisogno di raccogliere tutti insieme le nostre forze e fare in modo di avere una visione comune. L’acqua è una risorsa preziosa per l’umanità, promuovere la sua gestione sostenibile e la comprensione tra le diverse comunità è basilare per costruire un futuro di pace e benessere. Ricordo a tutti noi che già nel 2017, al Forum internazionale su “Regole dell’acqua, regole per la vita” da noi presieduto, avevamo messo al primo punto della discussione che l’acqua e la salute sono diritti umani fondamentali per lo sviluppo sostenibile, l’inclusività sociale e conseguentemente per la pace tra i popoli”.