Ottava tappa 2024:
Abbazia di Chiaravalle della Colomba
Alseno
Parola Declinata: Cibo
Gemella per molti versi di Chiaravalle Milanese, la cui struttura viene qui rievocata soprattutto nella conformazione essenziale e maestosa della Chiesa, anche la fondazione dell’Abbazia cistercense di Alseno, avvenuta nel 1136, si deve alla fervente attività di San Bernardo di Clairvaux in Italia.
Viaggiare nella piana piacentina e avvicinarsi a Chiaravalle della Colomba è come ritrovarsi di colpo in un’isola fuori dal tempo, essendo l’Abbazia circondata da una quiete inusuale, da un’armonia e da una pace capaci di acquietare lo spirito dai clamori e dai non-sense del quotidiano.
Incastonata nel piccolo borgo, così si presenta ai nostri occhi Chiaravalle. E non doveva essere troppo diversa la sensazione che colpiva i pellegrini nei primi secoli dell’Anno Mille, visto che l’Abbazia sorge in un punto nodale della Via Francigena ed è da sempre un “ospitale”, ossia un luogo di ristoro fisico e spirituale per i viandanti diretti a Roma e Oltremare.
Il nome del complesso monastico, dedicato sicuramente in origine allo Spirito Santo, ha assunto nel tempo un alone di leggenda: si narra infatti che una candida colomba volteggiasse intorno ai monaci impegnati nei lavori di fondazione della Chiesa, portando pagliuzze e posandole a terra, finché essa non delineò proprio il perimetro del complesso così come venne edificato in seguito dalle maestranze.
Ai nostri giorni, il monastero è tra l’altro famoso per le celebrazioni del Corpus Domini di giugno, dove si può assistere alla celebre infiorata: un superbo tappeto di petali che si dispiega sul pavimento con motivi ornamentali e raffigurazioni sacre, dall’ingresso fino al presbiterio della Chiesa.
E Chiaravalle della Colomba ad Alseno è stata, martedì 2 luglio, l’ottava tappa del nostro “pellegrinaggio” culturale.
La parola declinata era “Cibo” e la giornata si è aperta con il convegno “Pan de li Angeli (Dante): coltivare il pane” svoltosi nella Sala Capitolare dell’Abbazia: un locale davvero suggestivo, a volte e colonne basse destinato un tempo alla plenaria dei monaci e adibito oggi a luogo di riunioni e iniziative culturali.
Il titolo del convegno aveva un chiaro riferimento dantesco (il sommo Poeta parla infatti del “Pan de li Angeli” sia nel Convivio che nella Divina Commedia, secondo Canto del Paradiso), mentre il sottotitolo: “Natura, agricoltura, cambiamenti climatici e diritto al cibo” ne rappresentava le linee guide e i temi toccati dai singoli relatori.
Il dibattito era presieduto da Livia Pomodoro – titolare della Cattedra Unesco “Food Systems for Sustainable Development and Social Inclusion” presso l’Università Statale di Milano – e coordinato da Tonino Bettanini, Direttore di GIUBILEO 2025 – No’hma in Cammino.
Dopo i saluti di benvenuto portati dal Priore di Chiaravalle della Colomba – il Rev.mo Padre Silvestro Buttarazzi O. Cist. – e dal sindaco di Alseno Davide Zucchi, Livia Pomodoro ha ricordato come le problematiche legate al cibo erano state affrontate a Milano nell’Expo 2015, dove il tema conduttore era “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e gli argomenti toccati andavano dall’educazione alimentare agli OGM, fino alle carestie e alla mancanza di cibo che affligge vaste zone del pianeta. La Presidente Pomodoro ha rimarcato il “diritto inalienabile ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti della Terra”: e per fare ciò occorre non solo eliminare fame, sete, mortalità infantile e malnutrizione, ma prevenire malattie sociali come obesità e patologie cardiovascolari che colpiscono tanto i Paesi dal benessere consolidato, quanto e soprattutto i Paesi in via di sviluppo. Principi e obiettivi dell’Expo quali appunto nutrizione, sostenibilità ambientale e diritti umani, sono infine confluiti nel documento consegnato all’ONU e denominato “Carta di Milano”.
Ha preso poi la parola Claudio Serafini, Direttore di Organic Cities Network Europe, il quale richiamando Dante ha illustrato le finalità di Organic Cities, il cui obiettivo a lungo termine è che tutti “abbiano accesso senza discriminazioni di sorte a cibo regionale fresco, conveniente, stagionale e coltivato biologicamente”. E “unendosi per formare la rete europea delle Organic Cities, le nostre città hanno trovato il modo di concentrarsi sul futuro delle generazioni più giovani… Una strategia alimentare sostenibile è inoltre fondamentale se vogliamo che l’Europa diventi il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050”.
Francesco Ferrari, Vice Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, portando il suo saluto ha sottolineato l’importanza storica e attuale di Chiaravalle della Colomba, inserita dal Consiglio d’Europa nei due itinerari culturali “Via Francigena” e “Route Européenne des Abbayes Cicterciennes”.
Ferrari si è anche soffermato sul ricordo di Massimo Tedeschi, fondatore e presidente dell’AEVF recentemente scomparso.
La professoressa Carola Ricci, del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Pavia, ha esaminato l’insieme degli strumenti legislativi forniti dal diritto pubblico internazionale, europeo e italiano per la sicurezza alimentare, da realizzarsi quest’ultima nel pieno rispetto sia di uno sviluppo effettivamente sostenibile che del diritto internazionale privato a tutela dell’individuo, sia esso consumatore o imprenditore. Qualità alimentare, rischi connessi alle frodi ma soprattutto “che cosa si intende per diritto ad avere un’alimentazione adeguata?”. Il cibo adeguato per un individuo è quando non si tiene conto solo della sua età o della condizione fisica, “ma anche delle sue credenze religiose e/o del bagaglio culturale. Non basta cioè che il cibo sia disponibile in quantità sufficiente, occorre che sia di qualità accettabile per l’essere umano considerato in tutti i suoi elementi costitutivi”.
La professoressa Lucrezia Lamastra, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile (DiSTAS) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – sede di Piacenza –, ha approfondito nel suo intervento il tema dello spreco di cibo. Politiche nazionali o sovranazionali e abitudini personali, ristorazione, bilancio complessivo della CO2 prodotta nella preparazione e negli spostamenti degli alimenti, grande distribuzione e consumo familiare: in tutte le situazioni prospettate la lotta allo spreco passa attraverso la consapevolezza individuale e collettiva. Il che significa essere coscienti che, se acquisto ad esempio della frutta proveniente da altre nazioni, sottraggo l’acqua contenuta in quella frutta dal Paese di provenienza, eliminandola dal normale circuito di rigenerazione locale. Laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, la professoressa Lamastra ha citato anche la frase pronunciata da Papa Benedetto XVI al vertice mondiale della FAO nel 2009: “Non è possibile continuare ad accettare opulenza e spreco”.
Il video messaggio di S.E.R. Mons. Adriano Cevolotto, Vescovo di Piacenza-Bobbio, ha chiuso i lavori del convegno. Monsignor Cevolotto nelle sue considerazioni ha ricordato l’altra storica Abbazia piacentina, quella di Bobbio dedicata a San Colombano e di cui il Vescovo è anche abate.
Nel pomeriggio, alle ore 17, sempre nella Sala Capitolare ha preso il via il dialogo “Il cibo, nutrimento del corpo e dell’anima” con S.E.R. Mons. Franco Maria Giuseppe Agnesi, Vescovo ausiliare di Milano, l’Abate Padre Silvestro e la professoressa Francesca Rigotti, filosofa e saggista.
Monsignor Agnesi ha esordito su come i Vangeli raccontino di un Gesù “esperto di cucina”, con l’episodio del pesce arrostito per gli Apostoli sul lago di Tiberiade o il riferimento, sempre evangelico, alla giusta quantità di sale per insaporire il cibo. Padre Silvestro ha rammentato che nelle mense cistercensi i monaci avevano un unico piatto ogni due padri: “Non per mangiare meno, ma per controllare che anche l’altro confratello si nutrisse adeguatamente, al di là della preghiera e del richiamo mistico”. Francesca Rigotti, autrice di diversi volumi sulla cucina tra cui il “Manifesto del cibo liscio. Per una nuova filosofia in cucina” scritto e pubblicato in occasione dell’Expo di Milano, ha invece posto l’accento sul linguaggio – a volte pieno di violenza – e sui termini che riserviamo agli alimenti nel prepararli per il consumo: infatti tagliamo, trituriamo, schiacciamo, spacchiamo, rompiamo, spelliamo etc…
La tappa del 2 luglio si è conclusa con il concerto di Mariangela Bettanini e del quartetto Archimia. Una performance in cui le musiche classiche si sono armonicamente sposate con alcuni successi moderni e contemporanei. Fino a brani inediti o appositamente arrangiati per Mariangela Bettanini, la quale ha presentato un repertorio di soul e testi sacri impreziositi dalla sua voce, capace di creare nella sala abbaziale un’atmosfera unica, con sensazioni ed emozioni vibranti.
Al termine della giornata, il saluto di Livia Pomodoro che ha annunciato la meta del nono appuntamento di “In cammino”, che sarà il 9 luglio a Fulda in Germania.