Abbazia di Notre-Dame d’Orval

Abbazia di Notre-Dame d’Orval

Settima tappa 2024:
Abbazia di Notre-Dame d'Orval

Orval

Parola declinata: Acqua

È un monastero cistercense-trappista fondato nel 1132 nella regione storica
della Gaume, ed è situato nell’attuale provincia vallone del Lussemburgo. L’Abbazia
è rinomata per la sua storia ma anche per la locale produzione di un formaggio tipico
(formaggio di Orval) e dell’omonima birra trappista.

Nel 1789, con lo scoppio della Rivoluzione Francese, tutti i possedimenti
dell’Abbazia furono confiscati, il complesso venne bruciato e la comunità soppressa.
La ricostruzione iniziò soltanto quasi un secolo dopo con Dom Marie-Albert van der
Cruyssen da Gand, un monaco dell’abbazia di La Trappe, e si completò nel 1948.
Durante questo periodo venne costruita la fabbrica di birra (1931) e la birra del mastro Pappenheimer fu utilizzata per finanziare la ricostruzione, oltre a finanziare opere di assistenza sociale. La birra di Orval segue le antiche tradizioni trappiste ad alta fermentazione e – come Scourmont – si avvale del marchio AIT.

Orval e la sua birra sono legate dalla cosiddetta leggenda del pesce e dell’anello. Si narra infatti che Matilde di Canossa, mentre era in visita nella zona, perse l’anello nuziale nel fiume che scorre vicino all’Abbazia. In preda alla disperazione per l’accaduto, pianse e pregò per ritrovare l’anello. Dopo alcuni istanti vide apparire sul bordo del fiume una trota con l’anello in bocca. Fu così che Matilde chiamò la zona “Valle d’Oro”, ossia Orval, e il simbolo del birrificio è proprio una trota con l’anello in bocca. Lo stesso fiume, ancora oggi, fornisce l’acqua al monastero e al birrificio.

La settima meta di “In cammino”, sempre in Belgio, è stata l’Abbazia trappista d’Orval. Accanto al primo complesso monastico risalente al XII secolo e distrutto da un incendio appiccato durante la Rivoluzione Francese, di cui oggi sopravvivono le maestose rovine, è stata costruita – a partire dal 1926 fino al ’48 – la nuova Abbazia, la cui Chiesa mantiene la stessa conformazione e le stesse dimensioni dell’antico edificio. Una grande statua della Madonna con Bambino si staglia in mezzo alla facciata della nuova Chiesa, accogliendo i visitatori che giungono a Orval.
La mattina di martedì 23 aprile 2024, la nostra giornata si è aperta proprio con la visita ai resti dell’antica Abbazia. L’acqua circonda questi territori e penetra all’interno della struttura monastica, famosa anch’essa per la produzione di formaggi e della birra trappista che porta lo stesso nome: Orval, e reca come marchio un pesce con in bocca un anello. Una raffigurazione che si richiama al mito di Matilde di Canossa la quale, avendo perso in una fonte qui vicino il proprio anello d’oro, avrebbe fatto voto di edificare una magnifica Chiesa, nel caso lo avesse ritrovato. Ecco quindi risalire dall’acqua una trota con l’anello di Matilde, che avrebbe esclamato “Questa valle è davvero d’oro”, da cui il toponimo Orval (Aura Vallis). La fonte è all’interno delle mura dell’antica Abbazia e la sua acqua è ancora oggi usata per la produzione della sua rinomata birra.
Visitare queste rovine è davvero suggestivo e ci immerge in una dimensione dove il tempo pare fermarsi di colpo. I muri della Chiesa abbaziale, ancora eretti nonostante la mancanza del tetto divorato dalle fiamme dell’incendio, ne testimoniano la maestosità, resa ancora più presente e potente dall’azzurro del cielo sopra le nostre teste. Una secolare quercia tende i suoi frondosi rami sopra il cortile principale, prima di entrare in ciò che resta – soltanto le tracce dei muri perimetrali, inesorabilmente crollati – del chiostro risalente all’anno Mille.
Durante la nostra visita alle rovine, è venuto a trovarci Padre Xavier che ha illustrato i punti salienti della storia della comunità monastica di Orval.

Al termine della visita guidata, la mattinata è proseguita nella sala del Florentin Hȏtel, a Florenville, dove si è tenuto il convegno “Riflessi nell’acqua. Da Matilde di Canossa all’emergenza climatica: storia, scienza e attualità di un bene primario per l’Umanità”, presieduto da Livia Pomodoro, titolare della Cattedra Unesco “Food Systems for Sustainable Development and Social Inclusion” presso l’Università Statale di Milano.

Dopo il saluto e l’introduzione di Allegra Iafrate, Reggente dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, che ha coordinato gli interventi, ha preso la parola Pietro Pizzuti, attore, regista e drammaturgo, promotore e principale esponente de la “Charte mondiale des artistes pour l’eau”. Si tratta di un documento ispirato al Manifesto dell’acqua. Per un contratto mondiale di Riccardo Petrella, e nei suoi punti principali difende il diritto all’acqua per tutti, chiedendo che tale diritto venga incluso nella costituzione di ogni stato democratico e nella Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo. Propone inoltre che l’acqua non sia gestita dalle multinazionali ma dall’ONU per essere distribuita in modo egualitario e rimanere un bene comune.
Nella sua appassionata disamina, Pizzuti ha rimarcato la necessità di sensibilizzare con estrema urgenza la nostra società su questo tema così fondamentale: secondo i dati UNICEF, 2 miliardi di persone nel mondo non hanno acqua sicura da bere e 3,6 miliardi, all’incirca la metà della popolazione del pianeta, utilizza servizi igienici che lasciano i rifiuti umani non trattati. Da qui, ha affermato Pizzuti, nasce il bisogno non solo di scelte governative indirizzate a preservare il bene-acqua e a contrastare la siccità dovuta ai cambiamenti climatici, ma anche di scelte individuali che si traducono nel cambiamento dei nostri bisogni e delle nostre abitudini, degli stili di vita e degli atteggiamenti nei confronti del consumo quotidiano dell’acqua.

Valter Quistini, gran maestro dell’“Ambasciata Italiana Sossons d’Orvaulx”, presente all’incontro insieme a Pier Beretta, cavaliere togato della stessa associazione, ha spiegato le principali finalità dell’Ambasciata, tra cui quella di far conoscere la storia dell’Abbazia e della birra d’Orval, promuovendo attività e iniziative in Italia e all’estero con finalità benefiche. Quistini ha poi introdotto Louis-Marie Kemp, gran maestro de “Les Sossons d’Orvaulx”, associazione belga “madre” ispiratrice dell’Ambasciata italiana, che professa le stesse finalità sociali e scopi analoghi a quest’ultima. Quistini, Beretta e Kemp indossavano la toga, il basco e le insegne caratteristiche della loro associazione.

E’ toccato infine ad Anne-Françoise Pypaert, ingegnere e prima donna a ottenere il titolo di mastro birraio in un birrificio trappista, parlare dell’acqua nella produzione della birra d’Orval, a partire proprio dalla fonte protagonista del racconto leggendario di Matilde di Canossa e dell’anello perduto. Anne-Françoise Pypaert è anche responsabile del caseificio legato all’Abbazia, che produce circa 260 tonnellate all’anno di un formaggio a pasta semidura: il formaggio d’Orval.
La mastra birraia ha precisato che l’acqua di infusione nella preparazione della birra proviene dalla sorgente di Matilde, che viene demineralizzata per osmosi inversa dopodiché si aggiungono nuovamente i minerali rimossi dall’acqua. Con tale metodo, l’acidità si riduce da 5,3 a 5,5.
Anche la birra d’Orval si fregia del marchio ATP (Authentic Trappist Product) ed è uno dei birrifici storici inclusi nell’Associazione Internazionale Trappista.

Dopo l’intervento di Anne-Françoise Pypaert, è stato il momento del messaggio video di Salvatore Carrubba, Console onorario del Belgio a Milano, che ha salutato i partecipanti alla sesta e settima tappa di “In cammino”, ringraziando Livia Pomodoro per la splendida iniziativa.

All’incontro erano inoltre presenti gli Assessori Nathalie Lejeune, Philippe Lambert e Xavier Lecat, in rappresentanza della prima cittadina di Florenville, signora Caroline Godfrin, oltre a un gruppo di ragazzi dell’istituto scolastico Sainte-Anne di Florenville.

Livia Pomodoro ha chiuso il convegno e, nel ringraziare i partecipanti e il pubblico, ha dato appuntamento alla prossima Abbazia e all’ottava tappa di “In cammino”!

Alle ore 18, sempre nella sala del Florentin Hôtel, ha infine preso il via lo spettacolo: “Eaudyssée: l’eau en concert”.
Seguendo la voce e la musica degli Arthmony (Emanuel e Donata Vilardi), di Mattisix e Thomas Arnett, gli spettatori si sono calati in un’esperienza immersiva, grazie anche alle immagini proiettate a parete dove l’acqua era protagonista assoluta sotto forma di gocce, pioggia, mare, oceano. Dall’estremamente definito di una goccia di rugiada all’infinito delle onde oceaniche. Colori e suoni che ci hanno accompagnato, per tutta la durata del concerto, in una dimensione altra, parallela alla nostra quotidianità, facendoci scoprire la fragilità del pianeta terra, insieme alla trasparente bellezza e alle sonorità nascoste dell’acqua.

Programma

Ore 9.30 – Visita guidata all’Abbazia

Ore 11.30 – Convegno:
Riflessi nell’acqua. Da Matilde di Canossa all’emergenza climatica: storia, scienza e attualità di un bene primario per l’Umanità”

Presiede Livia Pomodoro – Titolare della Cattedra Unesco “Food Systems for Sustainable Development and Social Inclusion” presso l’Università Statale di Milano

Saluto istituzionale di Allegra Iafrate – Reggente dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles

Intervengono:
Pietro Pizzuti – Attore, regista e drammaturgo, esponente de la “Charte mondiale des artistes pour l’eau”
Anne-Françoise Pypaert – Maître-brasseur à l’abbaye d’Orval
L
ouis-Marie Kemp – Grand Maitre Confrérie des Sossons d’Orvaulx Florenville
Valter Quistini – Gran Maestro “Ambasciata Italiana Sossons d’Orvaulx”
Pier Beretta – Cavaliere togato “Ambasciata Italiana Sossons d’Orvaulx”

Saranno presenti gli Assessori di Florenville Nathalie Lejeune, Philippe Lambert e Xavier Lecat
Messaggio video di Salvatore Carrubba – Console onorario del Belgio a Milano

Ore 18,00 – “EAUDYSSÉE: L’EAU EN CONCERT”
Spettacolo a cura di UNIART Production, con Arthmony (Emanuel e Donata Vilardi), Mattisix e Thomas Arnett.

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